giovedì, Maggio 16, 2024
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Autismo: comportamenti “problema” e possibilità di intervento

Nell’articolo precedente abbiamo visto come possono manifestarsi i comportamenti “problema” nell’autismo e perché è necessario intervenire. Vediamo adesso le possibilità di intervento, a seconda di quale sia la funzione dei comportamenti problema.

Le 4 funzioni dei comportamenti “problema”

La ricerca sperimentale, negli anni, ha individuato 4 possibili funzioni principali del comportamento “problema”:

  • Accesso al tangibile: il bambino mette in atto il comportamento problema quando desidera un oggetto o un’attività che gli piace;
  • Accesso all’attenzione: il bambino mette in atto il comportamento problema quando vuole l’interazione sociale e l’attenzione dell’altro;
  • Fuga o evitamento: il bambino mette in atto il comportamento problema quando l’attività che sta svolgendo o che svolgerà è troppo difficile, è noiosa o lo spaventa;
  • Sensoriale: il bambino mette in atto il comportamento problema in qualsiasi momento, anche quando è solo, per avere un’esperienza sensoriale piacevole.

Un determinato comportamento problema può avere funzioni differenti. Per esempio, un bambino può lanciare oggetti quando desidera l’attenzione dell’adulto, ma anche perché ne trae piacere sensoriale (vedendo l’oggetto cadere o ascoltandone il suono).

Allo stesso modo, comportamenti “problema” differenti possono avere la stessa funzione. Per esempio, un bambino urla o batte la testa quando non vuole svolgere un’attività.

Come intervenire?

Esistono diverse possibilità di intervento nel caso di un comportamento problema, tuttavia un intervento efficace:

  • Coinvolge tutte le figure che ruotano intorno al bambino (genitori, insegnanti, terapisti);
  • Esclude la possibilità che il comportamento problema sia espressione di un disagio situazionale o legato a problemi medici;
  • Si basa su un Assessment funzionale.

L’Assessment funzionale è programmato dal supervisore dell’intervento e consiste in una serie di fasi:

  1. Colloquio con le figure significative;
  2. Assessment indiretto (attraverso questionari e interviste);
  3. Assessment diretto (attraverso l’osservazione del comportamento problema);
  4. Analisi funzionale (e sperimentale).

L’Analisi Funzionale è l’unica condizione che consente di individuare scientificamente la funzione o le funzioni del comportamento problema considerato.

In base alla funzione o alle funzioni individuate, si definiscono le procedure di intervento.

Le diverse procedure di intervento

L’intervento sui comportamenti “problema” prevede sempre:

  • Procedure proattive: l’insegnamento di comportamenti alternativi e/o la manipolazione di variabili ambientali che possono “innescare” il comportamento problema
  • Procedure reattive: intervenire nel momento in cui il comportamento problema si manifesta

Facciamo un esempio: un bambino urla o piange quando desidera un oggetto o un alimento preferito. Posso agire proattivamente insegnando al bimbo a comunicare i suoi bisogni e desideri e la scelta del mezzo di comunicazione dipenderà dalle caratteristiche del bambino: posso insegnargli il pointing o un segno per ogni oggetto desiderato; posso insegnargli a scambiare immagini per richiedere un oggetto o a dire una parolina o un suono (se ripete suoni o paroline). Contemporaneamente, devo agire reattivamente quando il bambino urla o piange, non dandogli l’oggetto desiderato, ma aiutandolo a mettere in atto il comportamento comunicativo alternativo e funzionale.

In conclusione, quando un bambino o un ragazzo manifesta un comportamento “problema”, la scelta migliore è quella di rivolgersi a professionisti formati e certificati in ABA, che possano svolgere una adeguata Analisi funzionale e definire le procedure più efficaci per intervenire sul comportamento disadattivo.

Per avere maggiori informazioni su progetti e attività sull’autismo, potete mandare un messaggio alla mail info@tieniamente.it. 

Dott.ssa Maria Antignano, psicologa e Analista del comportamento BCBA


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