sabato, Maggio 31, 2025
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Dipendenza da Internet e social media: preservare il benessere psicologico nell’era digitale

In questo appuntamento di Risonanze – Una canzone per ritrovarsi, riflettiamo su dipendenza da internet e benessere psicologico attraverso una delle hit dell’ultimo Festival di Sanremo 2025: “Cuoricini” dei ComaCose.

Risonanze | Una canzone per ritrovarsi è un format di TAM pensato per riflettere sul benessere psicologico attraverso la musica. Fa parte delle iniziative di TAM Psicoterapia Sociale, un servizio che offre percorsi di psicoterapia accessibili a tutti. Ogni mese scegliamo una canzone per esplorare temi legati alla mente, alle emozioni e alle esperienze quotidiane. La musica ha un potere straordinario: evoca ricordi, amplifica sentimenti e ci aiuta a comprendere meglio noi stessi. Questo spazio vuole essere un punto di incontro per parlare di crescita personale, psicoterapia e benessere mentale in modo autentico e vicino a tutti.

Il benessere psicologico non è un lusso, ma un diritto. Normalizziamo l’idea che la psicoterapia sia uno strumento positivo, utile per affrontare le difficoltà, ritrovare equilibrio e crescere come individui.

Cuoricini di Coma_Cose

Ad un primo ascolto potrebbe apparire una canzone semplice e anche un po’ banale, ma in realtà affronta tematiche di grande attualità con profondità e sensibilità.

“Cuoricini”, infatti, ci porta a riflettere su dei temi molto attuali: l’influenza che hanno su di noi i social media, la dipendenza da Internet e la solitudine ad essi associata. Esplora, inoltre, il lato emotivo delle relazioni mettendo in luce la fragilità e la complessità dei legami affettivi.

Cuoricini di Coma_Cose: il testo

Oggi mi sento una pozzanghera se l’ansia mi afferra
Con lo sguardo verso il cielo, ma il morale per terra
Se mi trascuri, impazzisco come maionese
Ci sto male (male, male, male)
Vorrei svagarmi, ma oggi una canzone dura come un temporale
(Anche se è molto popolare)

E mi hai buttato via in un sabato qualunque
Mentre andavi in cerca di uno slancio di modernità

Ma tu volevi solo cuoricini, cuoricini
Pensavi solo ai cuoricini, cuoricini
Stramaledetti cuoricini, cuoricini
Che mi tolgono il gusto di sbagliare tutto
Poi mi uccidi, poi mi uccidi
Quegli occhi sono due fucili, due fucili
Che sparano sui cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia “crolla il mondo”

Un divano e due telefoni, è la tomba dell’amore
Ce l’ha detto anche un dottore
Porta un chilo di gelato e poi nel dubbio porta un fiore
E almeno un kiss, please
E se oggi ho le pupille più grandi del cuore, non mi giudicare
Male, male, male
Che dovrei dire io che ti parlavo
E tu nemmeno ti mettevi ad ascoltare

Tu mettevi solo cuoricini, cuoricini
Pensavi solo ai cuoricini, cuoricini
Stramaledetti cuoricini, cuoricini
Che mi tolgono il gusto di sbagliare tutto
Poi mi uccidi, poi mi uccidi
Quegli occhi sono due fucili, due fucili
Che sparano sui cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia “crolla il mondo”

Ma fortunatamente un sabato qualunque
Mi hai portato via da tutta quanta la modernità

Ma dove scappi senza cuoricini, cuoricini
Per l’autostima cuoricini, cuoricini
Che medicina cuoricini, cuoricini
Ma che tolgono il gusto di sbagliare tutto
Poi mi uccidi, poi mi uccidi
Quegli occhi sono due fucili, due fucili
Che sparano sui cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia “crolla il mondo”

Cuoricini, cuoricini
Cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia “crolla il mondo”

 

L’illusione della connessione e la solitudine digitale

La canzone si muove tra nostalgia e speranza, evocando il bisogno di connessione e comprensione.

Racconta la vulnerabilità delle relazioni, soprattutto dei legami adolescenziali. Sappiamo molto bene che i social media rappresentano una via facile e immediata per sentirsi connessi, parte di un gruppo, ma allo stesso tempo possono amplificare un senso di solitudine. L’avvento dei social ha trasformato profondamente il modo in cui si esprimono e si vivono i sentimenti portando spesso a superficialità nei rapporti.

Il titolo richiama ai simboli delle chat e dei social spesso usati per esprimere affetto in modo immediato e virtuale. Le emozioni vengono sintetizzate in emoji, like e cuoricini riducendo la complessità del sentire. Tutto questo è rischioso nel momento in cui vi è una percezione distorta delle relazioni, dove l’apparenza conta di più dell’autenticità.

Giovani, affettività e consenso virtuale

Soprattutto tra i giovani le dinamiche affettive sono diventate più rapide: l’illusione della vicinanza è resa possibile dall’iperconnessione, ma nello stesso tempo manca il tempo e l’empatia per costruire dei legami solidi e duraturi.

Il bisogno di approvazione e appartenenza viene soddisfatto attraverso le reazioni sui social – like, cuori, commenti, condivisioni – modellando il comportamento in base alla ricerca di consenso più che ai sentimenti genuini. Questo può portare a una dissociazione tra realtà e immagine, influenzando negativamente l’equilibrio emotivo.

Il bisogno di approvazione e appartenenza vengono espressi attraverso le reazioni social (cuoricini, emoji e gif) commenti e/o condivisioni. Accade quindi che ciò che modella il proprio comportamento sia il ricercare consenso piuttosto che guardare a sentimenti genuini e reali: ciò può portare a una dissociazione tra realtà della relazione e l’immagine che se ne vuole dare agli altri.

Dipendenza da Internet: un rischio per il benessere psicologico

La dipendenza da Internet, altro tema di Cuoricini, è un fenomeno che si manifesta con un uso eccessivo incontrollato della rete interferendo con:

  • le relazioni interpersonali
  • la salute mentale

Le conseguenze? Isolamento sociale, ansia, difficoltà a concentrarsi sul mondo reale.

Si evince da tutto ciò come l’impatto di questi strumenti possano influenzare il nostro benessere emotivo, scaturendo momenti ansiogeni molto elevati, come ad esempio quando si ha paura di essere esclusi da eventi o notizie (FOMO – Fear of Missing Out), portando le persone ad essere iperconnessi per non perdere nessuna informazione oppure il bisogno compulsivo di passare ore sui social o navigare senza scopo.

Verso un uso consapevole dei social media

Nonostante tutto, i social non vanno demonizzati. Un uso consapevole può essere utile per:

  • mantenere contatti con persone lontane
  • facilitare la comunicazione
  • condividere informazioni in modo rapido

Non è mai lo strumento in sé che può provocare eventuali danni, ma è sempre l’uso che se ne fa.  In questo percorso di consapevolezza, la psicoterapia può aiutarci a comprendere meglio questi meccanismi e a riscoprire un senso di connessione più profondo e autentico, non dimenticandoci mai che l’autenticità delle relazioni si basa sulla capacità di avere un dialogo sincero e continuo con l’altro.

Dott.ssa Anna Russo
Psicologa e Psicoterapeuta