martedì, Novembre 12, 2024
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Psicoterapia: impariamo a distinguere la tristezza dalla depressione

Non è sempre facile riuscire a riconoscere come ci sentiamo. A volte ci capita di usare l’espressione “sto depresso!” ma probabilmente lo facciamo in maniera impropria. Vivere un momento di tristezza può essere normale, ma bisogna distinguere la depressione, che è un vero e proprio disturbo invalidante che va affrontato con la psicoterapia e il supporto di un professionista. Vediamo più da vicino di cosa stiamo parlando.

La tristezza

Spesso accade di attraversare dei periodi della vita particolarmente difficili e di conseguenza di sentirsi tristi, rassegnati, sconfortati, senza energie. A volte è conseguenza di un lutto, inteso non solo come la scomparsa di una persona cara, ma come un’esperienza di perdita: sentiamo di aver perso qualcosa in modo definitivo. Una perdita può essere sia materiale che simbolica:

  • la perdita del lavoro;
  • la fine di una storia d’amore;
  • la rottura di un’amicizia;
  • l’allontanamento dalla propria terra di origine, ecc.

Vivere questi sentimenti in queste situazioni è naturale; tuttavia se si presentano dei sintomi particolarmente intensi, che compromettono la vita quotidiana, si potrebbe trattare di depressione maggiore. Anche se la condizione di tristezza, di mancanza di entusiasmo ed energia può essere la conseguenza temporanea di un lutto e quindi espressione della propria perdita, non vuol dire che non si ci possa rivolgere ad un professionista che aiuti ad accettare, attraversare ed elaborare il dolore.

Ma che differenza c’è tra una tristezza profonda e depressione? La psicoterapia può essere d’aiuto per comprendere cosa si sta vivendo e per distinguere, quindi, la tristezza dalla depressione in relazione al momento che si sta affrontando.

La depressione maggiore

La persona che soffre di depressione maggiore ha un umore depresso quasi tutti i giorni quasi tutto il giorno. Non prova più piacere per le attività a cui si dedica, dorme poco o troppo, aumenta o diminuisce di peso, si sente affaticata, in colpa, senza concentrazione e pensa alla morte (non intesa esclusivamente come suicidio o paura di morire). Questi sintomi, descritti dal DSM 5 (l’ultima versione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), devono essere presenti per almeno due settimane (dai due anni in poi si parla di disturbo depressivo persistente). Tuttavia anche all’interno del DSM viene puntualizzato che si parla di depressione maggiore quando i sintomi non sono attribuibili ad una perdita o ad un lutto.

La differenza sostanziale

Se si ci sente giù di corda non c’è bisogno di inserire subito la propria condizione in una categoria, etichettandola. Certo, dare un nome a come si ci sente può aiutare ad accettare la propria condizione, ma questo lo si può fare anche elaborando gli eventi luttuosi che sono accaduti, anche e soprattutto tramite la psicoterapia. Ciò che fa la differenza tra sentirsi tristi e soffrire di depressione è l’umore. Nella depressione non solo si sperimenta la tristezza, ma questa invade tutti gli aspetti della vita. Infatti nel disturbo depressivo la persona perde ogni aspettativa circa il futuro, si sente: 

  • lenta;
  • rallentata;
  • vive lo scorrere del tempo soggettivo come più lento del tempo oggettivo.

Inolte, si hanno pensieri ricorrenti alla morte, a volte si pensa al suicidio come unica via di fuga dalla propria condizione. Si ci sente vuoti, impotenti, non si ci sente mai abbastanza (si hanno degli standard di ideali a cui arrivare irrealistici es. non devo sbagliare mai). Un’altra differenza sostanziale tra tristezza e depressione è la sensazione di perdita: nella tristezza è circoscritta ad un solo evento, nella depressione la perdita investe l’intera esistenza. 

La parola come aiuto

Quando si soffre di depressione, è indispensabile seguire le indicazioni mediche dello psichiatra. È infatti importante non demonizzare i farmaci: prendere un farmaco è utile e importante per iniziare a sentirsi meglio. Accanto al farmaco la strategia migliore è la psicoterapia. Al di là delle differenze di orientamento, la psicoterapia è volta innanzitutto a supportare la persona, creando un clima non giudicante che permetta alla persona di esprimere la propria sofferenza senza temere di dire qualcosa di sbagliato. La psicoterapia è utile per esplorare i propri vissuti, essere consapevoli delle emozioni che si provano, di conseguenza conoscere meglio se stessi e raggiungere il benessere. 

Dott.ssa Marina Dei

Psicologa


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