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Relazioni familiari: l’importanza dell’ascolto e della comunicazione

28/04/202228/04/2022 Redazione TAM psicologo, Psicoterapia, relazioni, tam, tam tieni a mente, terapia familiare

Nell’articolo di oggi parleremo delle relazioni familiari e della necessità di una giusta comunicazione che riesca a garantire un equilibrio all’interno della famiglia. Quando questo viene a mancare, a volte, è necessario rivolgersi a dei professionisti e intraprendere un percorso di terapia familiare.

Paul Watzlawick sostiene che, ogni persona, può scegliere se comunicare in modo casuale, spontaneo o scegliere una strategia, prestando attenzione sulla comunicazione. Nessuno può omettersi all’interno di tale processo perché “è impossibile non comunicare” (Watzlawick  et al 1971) dato che tutto il comportamento è comunicazione.

All’interno di ogni relazione, le parole, i modi di fare, i gesti, esprimono un messaggio, questo, non sempre viene compreso soprattutto all’interno di ambienti in cui sono presenti soggetti con età e caratteristiche diverse come accade in un nucleo familiare. Diventa luogo comune ascoltare frasi del tipo: “Non lo capisco proprio mio figlio”, o ancora “ Non posso mai dirlo ai miei genitori”, “Mio fratello/mia sorella non capisce nulla” e così via.

Il sistema di relazioni familiare

Da un punto di vista psicologico sono emerse differenti teorie sulla famiglia, tra queste ricordiamo la metafora dei sistemi. Secondo questa teoria ogni membro influenza ed è influenzato da ogni altro membro della famiglia, e nella quale il comportamento della famiglia emerge come totalità. Per sistema si intende un complesso di componenti in interazione reciproca, è possibile distinguere dei sistemi chiusi, isolati dall’esterno, e sistemi aperti, in comunicazione con l’ambiente. Ciò che emerge in un sistema aperto è la totalità, il fatto che ciascuna parte del sistema sia in rapporto con le altre, che ogni cambiamento, di questa, causi cambiamento in tutte le parti e in tutto il sistema.

La famiglia può essere vista come un sistema aperto in costante trasformazione. Un organismo complesso che si modifica nel tempo per assicurare continuità e crescita ai membri che lo compongono; quel sistema di relazioni affettive in cui l’essere umano permane per lungo tempo, durante le sue fasi evolutive cruciali, quali il periodo neo-natale, l’infanzia e l’adolescenza.

Nel setting terapeutico si tocca con mano quanto sia determinante l’elemento che comporta il conflitto all’interno della relazione familiare:  la non-comunicazione e il non-ascolto.

Esperienze e vissuti

M. ed A. portano in terapia il figlio, un’adolescente di 17 anni con una diagnosi di autismo. Hanno una grande difficoltà ad entrare in stanza, sembra quasi che vogliano attendere fuori sottolineando una mancata implicazione alle difficoltà vissute. Ben presto, mi ritroverò una coppia che si accusa a vicenda associando il comportamento aggressivo del figlio all’atteggiamento del genitore.

La signora M. mi racconta che suo figlio inizia ad agitarsi ogni qual volta sente il padre alzare la voce e accusa così suo marito di aver un comportamento inappropriato in casa. Il signor A., invece, accusa la moglie di istigare il figlio ogni volta che lui e questa hanno un piccolo screzio. Chiedo a loro che messaggio stanno comunicando ora a loro figlio che è presente in tutta la diatriba. Non mi sanno rispondere.

Assenza di ascolto e di comunicazione

S. è una giovane donna di 34 anni, richiede una consultazione psicologica per suo figlio di 8 anni, la invito in studio a presenziare con tutti i componenti della famiglia. Scopro che S. è separata, vive a casa con i figli mentre il marito è tornato a casa dei genitori. Anche in questo caso noto come vi sia un’assenza di ascolto e comunicazione tra i due. Entrambi si lamentano dei comportamenti dei figli non mettendo in discussione il loro ruolo di genitori.

I due bambini, utilizzano una modalità di comunicazione differente nell’esternare il proprio disagio: il bambino più piccolo utilizza il canale non verbale, si lancia a terra, urla, dà calci ad ogni oggetto che si ritrova davanti. Il figlio maggiore, invece, utilizza la parola, una parola dura, forte, quasi lontana dal non associare ad un bambino di 8 anni. Mi guarda dritto negli occhi e mi dice: “Guarda i miei genitori non ci ascoltano, vorrei tornare indietro e stare nella pancia per poi aiutare loro a capire come starci vicino”.

I benefici della terapia familiare

Attraverso la psicoterapia, le famiglie acquisiscono gli strumenti che li aiutano nell’instaurare una corretta comunicazione all’interno delle relazioni familiari. Si porta l’attenzione su ciascun membro, dai genitori ai figli, come persona, con le sue necessità, bisogni, desideri, carattere, difetti e pregi. In tale modo, i rapporti familiari e tutte le decisioni si dovranno fondare su una comunicazione efficace, diretta, sana e costante. Per poter dare valore ad ogni singola persona della famiglia, sia essa un genitore o un figlio, dal più piccolo al più grande, è necessario che tutti imparino a parlarsi ed ascoltarsi.

Per riuscire a creare nell’ambito della famiglia un sistema di comunicazione efficace potrebbe in terapia, ad esempio, essere d’aiuto la creazione di un momento settimanale di incontro tra tutti i membri della famiglia, una sorta di tavola rotonda che avrà cadenza settimanale ed alla quale parteciperanno tutti i membri della famiglia, anche i più piccoli.

Questi incontri serviranno per discutere di eventuali problemi, per prendere le decisioni, per trovare soluzioni condivise. Comunicare in modo corretto significa ascoltare le esigenze degli altri, accettando che tutti siano diversi e che ciascuno abbia il suo modo di vedere e vivere le cose, a partire dai più piccoli.

Dott.ssa Maria Laura Giampaglia, psicologa clinica


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