sabato, Aprile 20, 2024
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Demenza: oltre ai farmaci, quali terapie non farmacologiche e a cosa servono?

La demenza è una condizione medica complessa che può essere trattata, affiancandole ai farmaci, anche con altri tipi di terapie non farmacologiche.

Diversi fattori possono contribuire nel rendere “unico” un quadro clinico: l’età e le abitudini di vita della persona, le differenti cause che possono contribuire, il decorso della storia clinica. I processi patologici possono influenzare sia le abilità di una persona che la sua capacità di essere autonomo. Gli effetti di questa condizione degenerativa possono impattare anche il comportamento della persona. Infatti tutte le alterazioni del comportamento che accompagnano la Demenza prendono il nome di “BPSD” (Behavioral and Psychological Symptoms in Dementia). Sotto questa etichetta si raccolgono le variazioni, per eccesso o per difetto, che possono manifestarsi nel corso della patologia. Spesso la difficoltà nel rapportarsi con la persona con Demenza può riguardare proprio uno di questi sintomi. 

Trattamenti specifici

Attualmente non vi sono trattamenti specifici per far regredire una condizione di Demenza irreversibile. Tuttavia, nel corso degli anni, sono stati evidenziati diversi tipi di intervento da attuare. Nonostante la demenza sia oggetto di diversi approcci terapeutici sia farmacologici che terapie non farmacologiche, è possibile individuare alcuni obiettivi comuni a questi interventi. Quali:

  • Prevenire l’incidenza della Demenza.
  • Rallentare la progressione della Demenza.
  • Compensare alle difficoltà della Demenza (o dei suoi sintomi).
Comportamenti salutari e Riserva Cognitiva

Gli approcci terapeutici legati alla prevenzione promuovono un invecchiamento attivo. Spesso si basano sul cambiamento delle abitudini di vita e sull’adottare comportamenti salutari. Degli esempi possono essere gli interventi che promuovono la riduzione del fumo, l’adozione di un’alimentazione sana, lo svolgimento di esercizio fisico in maniera continua o attività legate alla socializzazione. Le evidenze attualmente a disposizione dimostrano come adottare questi comportamenti possa costituire una protezione dai processi degenerativi.  

Altri filoni di studi

Un altro filone di studi ha evidenziato come la riserva cognitiva possa essere un altro fattore protettivo. La capacità del nostro sistema nervoso di adattarsi alle richieste dell’ambiente si basa sulla sua plasticità. Gli interventi che mirano ad accrescere la riserva cognitiva si basano sulla stimolazione data dall’esperienza. Ogni attività che implica uno sforzo attivo delle capacità cognitive può rafforzare la riserva cognitiva, attraverso i meccanismi di neuroplasticità. L’influenza dell’esperienza lungo tutto l’arco di vita dimostra come sia possibile promuovere l’attività del nostro sistema nervoso, nonostante le possibili difficoltà legate all’invecchiamento.

Rallentare: gli strumenti per l’intervento precoce

Nel caso dovesse accertarsi una condizione di Demenza, è possibile adoperare degli interventi specifici, come le terapie non farmacologiche. Differenti professionalità possono essere coinvolte nel processo di cura, così come diversi possono essere adottati a seconda del quadro clinico. Allo scopo di fornire un valido strumento per rallentare la progressione della Demenza, è importante adeguare l’intervento su misura della persona. Spesso i programmi proposti mirano ad influenzare alcune aree sintomatologiche. Quali ad esempio:

  • attività con lo scopo di conservare, mantenere o promuovere le capacità cognitive residue; come ad esempio la stimolazione cognitiva ed i suoi relativi protocolli d’intervento.
  • Progetti espressivi allo scopo di ridurre le manifestazioni comportamentali (Arteterapia, Musicoterapia, Danzaterapia, Aromaterapia).
  • Programmi allo scopo di preservare le autonomie legate alla vita quotidiana (come nel caso della Terapia Occupazionale o nei programmi mirati all’apprendimento degli ausili).
  • Attività allo scopo di promuovere il benessere psicofisico (interventi di ginnastica dolce per promuovere l’esercizio fisico, attività mirate alla socializzazione o valorizzazione di interessi ed hobby della persona).
Compensare: adattarsi alle necessità della persona

Col progredire della condizione, la persona con Demenza potrebbe sperimentare crescenti difficoltà. In questa prospettiva diventa fondamentale un lavoro d’equipe per stabilire il grado di compromissione. Lo scopo successivo per l’intervento sarà di adeguare ogni attività, anche qualora non sia possibile svolgerla in toto. Ciò al fine di preservare le capacità della persona il più a lungo possibile. Le attività utilizzate per l’intervento volto al rallentamento sono utilizzate dal terapista per garantire il coinvolgimento della persona, con minore attenzione alla performance. La partecipazione alle attività della vita quotidiana, attraverso degli interventi di facilitazione e a degli ambienti di vita adattati alle necessità, sono il fondamento per garantire dignità alla persona.

Un benessere a 360 gradi

Nuove percorsi terapeutici incoraggiano la possibilità di intervenire in maniera differenziata. Un’accurata valutazione del quadro clinico assume un’importanza fondamentale per stabilire la linea da seguire. Attraverso un lavoro d’equipe, che possa coinvolgere diversi professionisti della salute e persone di riferimento, sarà possibile garantire un intervento concreto. Perseguire un benessere nelle diverse aree di vita della persona può garantire un invecchiamento in salute, adatto a fronteggiare le eventuali difficoltà che potrebbero verificarsi.

Dott. Danilo Atripaldi (Psicologo)


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