venerdì, Aprile 19, 2024
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Strumenti d’indagine per la diagnosi di demenza: l’esame neuropsicologico

Il progresso delle conoscenze scientifiche e tecnologiche ha allungato, nel corso del tempo, l’aspettativa di vita. Un effetto di tale avanzamento è il progressivo invecchiamento della popolazione generale, specialmente in alcuni paesi (tra cui l’Italia). Malattie di natura cronica sono spesso associate ad un’età avanzata e tra queste la Demenza rappresenta una delle priorità di salute pubblica nell’immediato futuro. Il percorso diagnostico e terapeutico della demenza necessita spesso di avvalersi di diversi professionisti sanitari e di diversi strumenti d’indagine come anche l’esame neuropsicologico.

Tuttavia l’impatto rappresentato dalla Demenza non è solo costituito dalla gestione medica. Considerando l’evoluzione cronica di una condizione di Demenza, è fondamentale tracciare un percorso dall’inquadramento diagnostico per prospettare possibili esiti del trattamento ed orientare il giudizio clinico. Un importante contributo nell’iter diagnostico è rappresentato dai biomarkers e dagli strumenti di neuroimmagine. Questi possono fornire preziose informazioni sulle caratteristiche strutturali del sistema nervoso della persona con Demenza.

Esame Neuropsicologico e sue caratteristiche

Attualmente l’Esame Neuropsicologico rappresenta uno dei possibili metodi d’indagine per la compromissione cognitiva. Attraverso l’utilizzo di un colloquio strutturato e lo svolgimento di test standardizzati è possibile delineare un profilo di funzionamento delle abilità della persona al momento della valutazione. Tra le caratteristiche chiave di un buon esame neuropsicologico possiamo riconoscere queste possibilità:

  • Indicazioni diagnostiche – l’Esame Neuropsicologico, attraverso l’esplorazione delle abilità cognitive, può delineare un profilo cognitivo, che può orientare i professionisti clinici verso determinate ipotesi diagnostiche;
  • Indicazioni di trattamento – l’esito dell’Esame Neuropsicologico permette di riconoscere le aree di competenza della persona, consentendo la loro valorizzazione nella formulazione di un intervento mirato;
  • Verifica del trattamento – la natura standardizzata delle procedure utilizzate durante l’Esame Neuropsicologico permette una comparazione tra le prestazioni effettuate dalla persona per determinare l’esito di un trattamento;
  • Pianificazione dell’assistenza – il grado di compromissione delle abilità cognitive può implicare la capacità di poter eseguire determinati compiti nella vita quotidiana. Ad esempio gestire la casa, fare la spesa, gestire le finanze e prendere decisioni di natura legale. Una valutazione delle difficoltà presentate dalla prestazione all’Esame Neuropsicologico può orientare la decisione, da parte dei familiari e dei professionisti sanitari, del grado di supporto ed assistenza da fornire alla persona.
Il piano terapeutico

I fattori elencati possono risultare cruciali sia durante il processo diagnostico che nella strutturazione di un piano terapeutico adeguato alle esigenze della persona. Oltre a distinguere la natura dei cambiamenti alle abilità cognitive che possono essere attribuiti all’invecchiamento sano, all’Esame Neuropsicologico spetta il compito di rilevare le informazioni cruciali per la strutturazione del percorso terapeutico. Nonostante attualmente non vi siano trattamenti farmacologici specifici per invertire i processi di neurodegenerazione, spesso si ricorre a trattamenti di natura psicosociale. Un accurato Esame Neuropsicologico può quindi fornire un supporto nell’adeguare il processo di cura ai bisogni della persona con Demenza.

Dott. Danilo Atripaldi, psicologo


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