mercoledì, Dicembre 4, 2024
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L’impatto dello stress e le strategie di coping nella demenza

Quotidianamente si è chiamati ad affrontare e superare determinate difficoltà sul proprio percorso. Cambiamenti ed imprevisti possono rappresentare una sfida per il proprio benessere. Questo vale anche per chi vive una condizione di demenza e i suoi familiari: anzi probabilmente per loro affrontare lo stress può diventare davvero difficile a causa della malattia. Una gestione inefficace dello stress può comportare un impatto significativo sulla salute. Si possono infatti verificare ricadute fisiche (tachicardia, emicrania, spossatezza, tensione, dolore cronico, variazioni nel sonno e nell’appetito); e psicologiche (disturbi dell’umore e d’ansia, agitazione). Abitualmente ognuno può adoperare una serie di strategie allo scopo di arginare gli effetti negativi che lo stress comporta. L’attuazione di una strategia di fronteggiamento prende il nome di coping (Lazarus & Folkman, 1984).

Tra le possibili forme di coping, è possibile distinguerne principalmente 2 tipi:
  • Coping orientato al problema – rappresentato dalle strategie messe in atto per agire sull’evento: comprendendo sia la valutazione in termini di costi e benefici che una risposta diretta sul problema;
  • Coping orientato sulle emozioni – rappresentato dall’affrontare lo stress attraverso una modifica della risposta emotiva: attraverso il distanziamento, il contatto con altre persone, la distrazione o la rivalutazione del proprio punto di vista.

Come evidenziato, i meccanismi implicati nel coping operano non solo sul comportamento ma anche attraverso aspetti di natura fisiologica, psicologica e sociale. L’utilizzo di una determinata strategia di coping non necessariamente si applica in tutti i contesti di vita della persona. È infatti possibile che la persona adotti modalità di coping differenti a seconda delle necessità presenti.

Modalità di coping

Ogni modalità di coping può presentare vantaggi e svantaggi nel suo utilizzo. Pertanto alcune forme di coping possono avere una valenza maladattiva, rappresentando un costo nella scelta delle opzioni per fronteggiare una determinata situazione. Negazione, isolamento, fuga, utilizzo di sostanze, ruminazione o comportamenti di natura aggressiva verso sé o altri possono costituire degli esempi di coping maladattivo.

Impatto della Demenza sul coping

Uno tra gli ostacoli maggiori per il benessere della persona con Demenza è rappresentato dall’accettazione della propria condizione. Convivere con le difficoltà dovute ad una condizione di Demenza può rappresentare un’esperienza vissuta con sofferenza, soprattutto quando è presente la consapevolezza dei propri limiti. Accompagnare il percorso di riconoscimento delle conseguenze legate ad una condizione di Demenza è uno step necessario durante la comunicazione della diagnosi.

Attraverso il corretto riconoscimento dei punti di forza che la persona con Demenza presenta è possibile strutturare delle importanti linee guida per un intervento futuro. Adottare interventi che mettano al centro la persona può rappresentare infatti una possibile strada per garantire una qualità di vita dignitosa per la persona con Demenza. La promozione continua di uno stile di vita attivo può costituire un fattore di protezione dallo stress per la persona con Demenza.

Risposta allo stress

Quando si verificano compromissioni nelle abilità della persona con demenza, nell’affrontare ostacoli quotidiani, possono manifestarsi sintomi comportamentali in risposta allo stress. Un possibile fattore di protezione per prevenire queste manifestazioni è offerto dalla neuroplasticità. I meccanismi implicati nei processi di neuroplasticità possono infatti modificare la riserva cognitiva, consentendo di fronteggiare meglio i problemi. 

Un punto di vista sul caregiver

L’impatto delle compromissioni dovute ad una condizione di Demenza può spesso influenzare molti aspetti di vita di chi si prende cura. Una persona, nel ruolo di caregiver, fronteggia numerosi cambiamenti nella sua vita: l’inclusione delle mansioni di cura nelle abitudini, la modifica delle dinamiche di natura familiare, la responsabilità legata all’assistenza nelle attività quotidiane. Frequentemente essere caregiver può facilitare l’insorgenza di disturbi legati all’umore ed alla salute fisica, oltre che ad influenzare qualità di vita e decisioni in merito alla gestione della persona con Demenza.

Un esercizio flessibile delle strategie di coping potrebbe costituire un’ulteriore risorsa a disposizione del caregiver: attraverso il riconoscimento delle strategie più adatte alla situazione è possibile minimizzare le ripercussioni dello stress sulla salute. Un approccio orientato alla risoluzione del problema e centrato sui bisogni della persona può essere un’importante risorsa da coltivare per garantire un benessere a lungo termine. 

Danilo Atripaldi, psicologo


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