giovedì, Ottobre 3, 2024
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Disturbo dello spettro dell’autismo: caratteristiche e livelli di gravità

Come si definisce il disturbo dello spettro dell’autismo?

Il disturbo dello spettro dell’autismo rientra nei disturbi del neurosviluppo, ovvero quei disturbi che si manifestano nelle prime fasi di vita e compromettono in maniera significativa il funzionamento personale, sociale, scolastico del bambino.

Sebbene ogni persona autistica sia diversa dall’altra, tutte presentano alcune caratteristiche:

  • Deficit della comunicazione e dell’interazione sociale: la persona autistica ha difficoltà nel sostenere una conversazione e nel condividere interessi ed emozioni; tende a non mantenere il contatto visivo con l’interlocutore e manca di espressività facciale e comunicazione non verbale; difficilmente sviluppa e comprende le relazioni sociali, fa amicizia e condivide giochi di immaginazione, adatta il proprio comportamento al contesto sociale.
  • Comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi: la persona autistica mette in atto movimenti apparentemente afinalistici (per esempio, sfarfalla con le mani o mette in fila giocattoli e oggetti); può essere caratterizzata da una forte rigidità, sia nei comportamenti quotidiani che negli schemi di pensiero, e provare estremo disagio davanti a piccoli cambiamenti; manifesta spesso degli interessi molto limitati e intensi; è ipersensibile ad alcuni stimoli esterni e quasi indifferente ad altri (per esempio, si copre le orecchie quando sente un suono specifico o è affascinato da luci e movimenti).
Perché si parla di “spettro” e cosa sono i livelli di gravità?

Si parla di spettro perché i sintomi possono manifestarsi in maniera molteplice in ogni persona, possono essere associati ad altri disturbi e dare forma a un funzionamento con le sue peculiari disabilità, ma anche con le sue risorse e potenzialità.

Si definiscono anche tre livelli di gravità nello spettro dell’autismo, in base alla compromissione della comunicazione sociale e ai pattern di comportamenti ristretti e ripetitivi:

  • Livello 3: il deficit delle abilità di comunicazione e l’inflessibilità del comportamento causano una grave compromissione del funzionamento; la persona necessita di un supporto molto significativo.
  • Livello 2: i deficit comunicativi sono visibili, ma c’è un (seppur limitato) avvio delle interazioni sociali; la persona reagisce alle interazioni altrui, ma in maniera minima o anomala e necessita di un supporto significativo.
  • Livello 1: è necessario un supporto per aiutare la persona ad avviare le relazioni sociali; la persona non riesce ad essere indipendente a causa della rigidità e delle difficoltà organizzative e adattive che ne conseguono.

Dott.ssa  Maria Antignano, psicologa e analista del comportamento BCBA

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